La storia

Montalcino, in quegli anni oltre all’ufficialità del titolo di Città, ne aveva anche le caratteristiche: era il centro più importante e popolato di una vasta zona. C’erano un importante Ospedale, la Sede Vescovile con tanto di Seminario (tutte le chiese erano “agibili” e officiate), era sede di diversi uffici pubblici, di un comando circondariale dei Carabinieri, dei Vigili del Fuoco, di un Istituto Superiore; nel territorio c’erano cinque piccole stazioni ferroviarie. Le strade erano animate, specialmente di sera all’ora del passeggio, e di domenica addirittura affollate; c’erano due cinematografi e circoli ricreativi per tutte le tendenze politiche; abbondavano i negozi e le botteghe degli artigiani. Tutto ciò faceva sentire gli abitanti “cittadini” e orgogliosi di essere Montalcinesi. Ma in un’Italia che iniziava a cambiare, e che rapidamente da Paese agricolo, si avviava a diventare una potenza industriale, Montalcino, legato com’era soprattutto all’agricoltura, quando il Brunello era ancora una curiosità e il suo sviluppo e la sua importanza non erano neppur lontanamente pensabili, aveva già cominciato a conoscere una forte emigrazione verso le “terre promesse”: le grandi città e le nascenti zone industriali, emigrazione che si sarebbe accentuata e divenuta inarrestabile negli anni avvenire. Per questo nel 1958 nasce la Sagra del Tordo, come atto d’amore per la nostra terra, per portare turisti almeno per un giorno a Montalcino e farla conoscere, e dare una boccata di ossigeno alla sempre più languente economia locale.

Nel 1961 Il Comitato della Sagra del Tordo istituisce i Quartieri per arricchire la festa con nuovi personaggi in costume e per cercare di coinvolgere tutta la popolazione nella preparazione e nella buona riuscita della manifestazione.

Ricorda Ivo Caprioli:
Ci fu una grande discussione in merito alla ripartizione di Montalcino: c’era chi pensava di rifarsi alla storia e agli antichi Terzieri; c’era invece, e prevalse questa tesi, chi sosteneva che l’abitato doveva essere diviso in quattro parti, Quartieri appunto, tenendo conto delle rivalità esistenti fra i ragazzi delle varie zone di Montalcino, che si manifestavano frequentemente in sassaiole tra le parti.
Continua Ivo:
I nomi dei Quartieri esistevano già: Il Borghetto era così chiamato perché rappresentava un borgo a sé stante, intorno alla Fortezza, pressoché autonomo e ricco di attività. Si stabilirono quattro colori, per poter fare insieme gli acquisti delle stoffe eliminando sprechi, e i vari accostamenti furono sorteggiati tra i Quartieri. Per gli stemmi si scelsero i quattro scolpiti in una pietra del torrione centrale della Fortezza.
Furono disegnati quindi, non senza problemi, i confini dei Quartieri e il 26 Settembre si bandì un concorso per la prima partecipazione alla Sagra.

Il 29 ottobre 1961 nella piazza antistante il civico palazzo, sul sagrato della chiesa legata alle sorti della Repubblica di Siena in Montalcino, il popolo spontaneamente convocato in pubblica assemblea riconosce il “QUARTIERE BORGHETTO”.

E’ il 1962 quando il Borghetto conquista la sua prima vittoria con gli arcieri Enrico Bianchi e Giovanni Belviso.

Inizia così la lunga vita di una grande famiglia, ben 185 nuclei familiari provenienti dai più svariati ceti sociali si riuniscono intorno al presidente dott. Antimo Pescatori.

Nel 1963 inizia il Torneo di Apertura delle Cacce.

Nel 1965 il Quartiere Borghetto è il primo dei quattro Quartieri ad inaugurare la propria sede. Il Presidente Antimo Pescatori fu il primo a comprendere l’importanza ed il significato di avere un punto di riferimento, un luogo che fosse il centro e il cuore del Quartiere. La sede nasce nella Sacrestia di Santa Croce, forse una premonizione… Santa Croce come qualcosa da conquistare, dovremo aspettare il 2002. Il 1965 è anche l’anno del primo Cappotto, grazie ad Enrico Bianchi e Roberto Franci il Borghetto conquista sia il Torneo di Apertura delle Cacce che la Sagra del Tordo.

L’ Apertura del 1966 è di nuovo biancorossa. La quinta vittoria arriva con Roberto Franci e Roberto Cencioni con la Sagra del 1968 viene consacrata con la pubblicazione del primo numero unico. La Vittoria numero 6 non tarda ad arrivare, con gli stessi arcieri di ottobre, il Quartiere Borghetto si aggiudica l’Apertura delle Cacce del 1969.

E’ il 1972 ed è di nuovo CAPPOTTO, con gli arcieri Francesco Pierangioli e Marino Pascucci.

Sono anni gloriosi questi per il popolo bianco rosso, dal 1972 al 1977 il Borghetto colleziona 7 vittorie in 5 anni. Francesco Pierangioli e Marino Pascucci portano a casa la vittoria numero 9

IX12 agosto 1973Francesco PierangioliMarino Pascucci
X11 agosto 1974Marino PascucciGabriele Mulinari
XI26 ottobre 1975Marino PascucciFrancesco Pierangioli
XII31 ottobre 1976Gabriele MulinariMarino Pascucci

Nel 1974 il Borghetto ha una nuova sede, più bella, più grande, ma soprattutto caratteristica come si addice all’ambiente in cui opera.

Vittoria dopo vittoria nel 1977 il Borghetto conquista la FRECCIA D’ORO e raggiunge quota 13.

Arriviamo all’esplosione degli anni ’80, quando la partecipazione dei Montalcinesi alla Festa e alla vite dei Quartieri è divenuta pressoché totale. Il 1980 è l’anno del Cappotto, è anche la fine di un periodo, si passa da una gestione “familiare” ad una maggiore divisione di compiti e responsabilità; la maggior parte dei “soci fondatori” lascia gli incarichi direttivi a forze giovani, cresciute e formatesi all’interno del Quartiere.

Nel 1983 è di nuovo Vittoria, un po’ particolare, avvenuta 90 giorni dopo la scomparsa di Colui che aveva guidato il Borghetto per oltre vent’anni.

Nel 1984 il Borghetto è maggiorenne, si festeggia infatti la vittoria numero 18 con gli arcieri Massimo Ferretti e Mauro Marconi, capitano: Fabio Tassi.

L’anno 2000 è l’anno del Giubileo, nel Mondo, in Italia e in Santa Croce. Sotto una pioggia scrosciante il Quartiere Borghetto si aggiudica in maggio il Trofeo Straordinario. Per la Sagra scendono in campo Federico Brachino ed Emiliano Pecciarelli, capitanati da Marco Ceciarini, portando anche la freccia in Santa Croce. Un anno da favola per la prima donna Governatore: Tamara Boccardi. 

Il 2005 rimarrà nei ricordi di tutti quelli che c’erano come la Vittoria del Panfilo. Con gli arcieri Alessandro Tognazzi e Federico Brachino, capitanati da Tommaso Giannelli il Borghetto porta a casa la vittoria numero Venticinque. Un inverno trasformato in primavera: la serata delle zucche, quella dei pappagalli, i palloncini, i fuochi d’artificio… e alla fine un Panfilo che naviga per le strade di Montalcino, completo di equipaggio e di viaggiatori. 

Dopo un anno, ci risiamo, anche la freccia del 2006 trova la sua collocazione in Santa Croce. Non solo lei, anche quelle del 2010 e del 2014 trovano il loro posto tra le braccia accoglienti del popolo del Borghetto.

Il Quartiere negli anni non ha mai lasciato i propri quartieranti a digiuno di vittorie, ma l’ Apertura ci sfugge dal 1998 e la “fame” di festeggiare ad agosto comincia a farsi sentire. Nel 2016 Emilio Parri e Giulio Cesare Montalto, capitanati da Michele Meiattini, riportano finalmente l’agognata medaglia al popolo bianco rosso.

ORA è ORO, il Quartiere Borghetto si aggiudica la 60° Sagra del Tordo. Le frecce sono tutte belle, ma questa d’ORO ha un altro fascino. Con gli arcieri Emilio Parri e Alessandro Tognazzi, il 29 ottobre 2017, arriviamo alla vittoria numero XXX

A conferma della potenza del nostro Gruppo Arco, pochi mesi dopo, quando non abbiamo ancora finito di festeggiare la freccia d’oro, ci risiamo… con gli stessi arcieri di ottobre ci confermiamo i più forti e il 12 agosto 2017 vinciamo anche l’Apertura delle Cacce, raggiungendo quota XXXI.

Il 2020 sarà ricordato da tutti come l’anno della pandemia, dei lockdown, del COVID e per la prima volta da quando tutta questa meravigliosa festa è iniziata, non si svolgono né l’Apertura delle Cacce né la Sagra del Tordo, ma neanche le cene e i ritrovi abituali, siamo tutti in un limbo che sembra infinito. Il Borghetto non si fa buttare giù, i ragazzi creano RADIO QB: una serie di podcast, con pubblicazione quasi giornaliera. Francesco Belviso, mettendo mano al suo innumerevole archivio di fotografie si inventa le “pillole fotografiche” rievocando ricordi ormai sperduti. I consiglieri riordinano l’archivio e realizzano le mascherine con il logo del Quartiere, il Presidente di Società, Claudio Giannetti, si adopera per limitare le perdite economiche e per razionalizzare il materiale in magazzino. I nostri arcieri senza sapere quando scenderanno di nuovo in campo, continuano ad allenarsi, uno alla volta, a turno.

Il sacrificio viene ripagato, grazie alla nostra Dirigenza, il Borghetto si batte affinché con nuove regole, dettate dalla pandemia, si possa tornare a vivere la nostra Festa. Il popolo biancorosso non delude le aspettative, rispettoso di tutte le nuove norme imposte, partecipa a tutti gli eventi, in modo diverso, ma sempre con lo stesso attaccamento. a ripagarci di tutto quel buio del quale non riuscivamo a vedere la luce in fondo al tunnel, arriva la VITTORIA. Le vittorie sono tutte speciali, questa ha il sapore della rinascita. Il Quartiere Borghetto con gli arcieri Giulio Cesare Montalto ed Emilio Parri, capitanati da Matteo Perfetti porta a “casa” la vittoria numero XXXII, aggiudicandosi il Torneo di Apertura delle Cacce l’8 agosto 2021.